Crisi del quarto di secolo


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Questa è già la seconda volta che rimando un post che ho pronto sul pc da qualche giorno (e pronto nella mia testa da ancora più tempo).
Non mi decido mai ad affrontare qualcosa che mi impegna la testa, ho sempre paura di aprire il vaso di Pandora, ma alla fine ogni volta che mi decido non trovo imprese titaniche, solo incombenze da sbrigare. E devo dire che essermi data delle “scadenze” su un blog aiuta ad uscire da questo stato in cui avere e semi-ignorare un cruccio è più facile e meno faticoso che affrontarlo e risolverlo… in fondo ormai siamo abituati ad identificarci con i nostri problemi, no? Uno sano, contento e rilassato in genere o è un ingenuo, o è strafatto o ha la fortuna di non avere nessun vero problema… mah… non ci credo.
Però ho pure il brutto vizio di interessarmi di settecento cose contemporaneamente, volerle fare tutte, subito e perfette.
A questo si aggiungono anche le cose del quotidiano, lo stress che ne deriva e un piccolo mostro bastardo chiamato “aspettativa”.

Prometto che dopo la serie di post che inauguro oggi non vi romperò più le scatole con la mia tesi e quant’altro, ma scommetto che avete già sentito parlare di “crisi del quarto di vita”.
Ovvero la figliola giovane della crisi di mezz’età, ed è quella crisi che si attraversa fra i venti e i trent’anni, finiti gli studi, con potenzialmente tutte le porte spalancate davanti a voi, ma apparentemente nessuna indicazione su dove andare.
Avete passato l’adolescenza a cercare di stabilire chi siete e adesso che sembravate esserci riusciti, cambia tutto un’altra volta, senza sapere di nuovo chi sia quella persona che vedete allo specchio.
Tutto quello che avete studiato e fatto sembra non servire a nulla, sembra non aver valore.
Tutto quello che conoscete sembra finito dietro a un punto fermo come l’epilogo di un libro, ora c’è la “vita vera” e iniziate pure a chiedervi perchè non avete fatto quello che avreste voluto fare già quando eravate piccoli per essere più pronti ora.
In più, qualsiasi cosa susciti il vostro interesse sembra richiedere livelli di specializzazione tremendi: non basta interessarsi di yoga, bisogna diventare dei guru spirituali riconosciuti in tutto il mondo, non basta la laurea specialistica e il master: oltre ad essere neolaureato servi anche “con esperienza”, niente è mai abbastanza, si punta sempre alle vette supreme.
Sembra sempre che dietro ai termini che usano ci siano chissà quali misteriose verità metafisiche, quando invece ho realizzato che è più terra terra di quanto sembri. Se dicono “visualizzazione creativa” intendono spesso “immaginazione”, come quando vi fate i filmini ad occhi aperti!
In più sembra che chiunque altro sia avanti anni luce rispetto a te, povero tapino in un angolo.

Insomma, siamo tutti qui a chiederci perchè diavolo siamo stati così dei bravi bambini a seguire le tappe prefissate e ora che in teoria possiamo fare quello che vogliamo non sappiamo nemmeno da che parte girarci.

Che ci siano falle nell’educazione che riceviamo è fuori di dubbio (o per lo meno questa è la mia esperienza), ma! udite udite! Euforilla è qui per contagiarvi col suo spirito fricchettone (e forse prima di tutto per ricordarlo a se stessa)!

C’è modo di uscirne, e il primo è condividere e sapere che non siete soli su questa terra… ho sempre trovato assurdo come tutti si tengano dentro queste difficoltà, come se fossero un’onta… col risultato che ognuno si rintana nella sua cameretta ad ascoltare musica deprimente, a sentirsi solo e sfigato.

Comunque, stando al primo principio enunciato, condividiamo, dimostriamo di non essere soli, ecco qui quello che ho intenzione di scrivere prossimamente:

° Cos’ho imparato dalla tesi (non da tutto il corollario, proprio dall’argomento), ovvero la saggezza del corpo.
° cosa c’è di sbagliato nell’educazione che abbiamo ricevuto, ma non è troppo tardi per cambiare.
° training autogeno, eft, metodo sedona e teorie alternative per la pace interiore: quando smettere
° legge dell’attrazione e il caro vecchio diritto a sfogarsi
° timidezza portami via (in tre parti 1, 2, 3): ha un suo scopo, una sua funzione biologica, però non ha sempre motivo d’esistere
°
autodefinirsipuò far bene!
°
le domande utili per avere risposte utili

Non sono un’esperta di fama mondiale, posso solo raccontarvi come li vivo io questi momenti, anzi, mi serve proprio avere un posto e dei tempi per raccontare queste cose, altrimenti continuerei a rimuginarci sopra senza cavarne un ragno dal buco… e in fondo è per questo che è nato questo blog: magari tutte le mie seghe mentali risparmiano un po’ di crucci a qualcun altro!

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