Scatola Musa Inversa

Ultimamente ho parlato un po’ con un’amica.
Parlato davvero, non di libri o scarpe o altro. Ma di come ci si sente dentro, in quell’angolino profondo e nascosto di cui non parliamo mai con nessuno.

Non so se è perché ultimamente c’è grigio e non ce lo si aspetta a luglio. Non so se dare la colpa al premestruo come al solito. O forse a quel video che sta tanto girando su Facebook al momento, dove un ragazzo mente platealmente per far pensare ad altri di essere un figo, mentre la sua vita in realtà va a rotoli.

Perché c’è quest’abitudine di mostrarsi sempre sotto la luce migliore, tacere agli altri difetti e piccole crepe quotidiane. E poi le crepe diventano voragini e non sai più che fare.
Eppure Euforilla è nato anche per questo: perché non c’era mai nessuno che dicesse “Questa cosa mi fa star male”, e finivamo tutti col sentirci soli e sfigati.

Ora, non sto dicendo che la mia vita faccia schifo, affatto: le “Scatole Musa” mi servono proprio a quello, a ricordarmi che anche se alcune cose non sono come le vorrei, ci sono tante altre cose di cui essere contenta (la salute, la famiglia, un tetto sulla testa, delle monetine in un barattolo).
Però neanche “consolarsi” ascoltando chi dice “c’è chi sta peggio di te” aiuta. Non è col confronto che uno si sente meglio, ma con un minimo di comprensione.

Poi all’improvviso trovo un’immagine, semplicemente una lista scritta in modo carino.
Un modo di rendere grazie anche per le cose negative, di cui ci si lamenta.

thankfulpoem

E quindi voglio fare la mia:

– grazie per i momenti d’ansia, perché significa che ho ancora qualcosa a cui tengo abbastanza da preoccuparmene
– grazie per lo stravolgimento della realtà, perché significa che ancora distinguo una realtà a cui tornare
– grazie per la spesa fatta con un occhio sia agli ingredienti sia alle offerte, perché significa che posso ancora scegliere come spendere i miei soldi
– grazie per il pelo di gatto in giro per tutta la casa, perché significa che c’è un animaletto sano a farmi compagnia
– grazie per lo scarico della doccia intasato dei miei e suoi capelli, perché significa che siamo in due sotto questo tetto (e che ho un tetto, e un bagno, e modo di curare la mia igiene)
– grazie per gli esperimenti creativi falliti, perché significa che ho ancora la spinta a mettermi alla prova
– grazie per le telefonate e i messaggi un po’ “pietosi” con gli amici, perché significa che ho amici che mi vogliono stare a sentire e che mi capiscono sul serio
– grazie per gli amici che si sfogano con me, non sono contenta del fatto che stiano male, ma significa che si fidano di me… e che hanno voce e mezzi per sfogarsi
– grazie per i miei introiti fatti d’espedienti, perché significa che mi sto facendo la pellaccia dura e che ho la forza di stare a galla
– grazie per le persone stronze nel mondo lavorativo, perché significa che posso pensare a me stessa senza sensi di colpa
– grazie per le sfighe passate, perché adesso posso usarle come esempi quando servono a consolare la mia cuginetta
– grazie per le rughe sulla pelle dei miei cari, perché significa che stiamo invecchiando tutti insieme

Per note più colorate, siccome non resisto, ecco anche la listina “solita”:

kintsugi

– un weekend che sapeva di vacanza: giro in bici, cena in centro, gelatino da passeggio, un giretto per il mercatino dell’usato
– un orologino un po’ steampunk
– tentare di salvare la frutta che stava andando a male in frigorifero, facendo una marmellata, usando la macchina del pane (ha il programmino apposta), per cercare di imbottigliare un po’ di questo weekend perfetto ed estivo, per l’inverno… è venuta una meraviglia arancione di pesche e albicocche!
– le api che fanno un rumore incredibile nella siepe di gelsomino dei vicini, con tutto quello che si sente sulla mortalità delle api fa piacere sapere che comunque ce ne sono ancora di vive ed energiche! (e dopo aver letto quel libro sulle api, ero proprio tranquilla nel passargli accanto :))
– mettere una data di fine, aaah, che liberazione!
– portarmi avanti coi post
– “kintsugi“, la tecnica giapponese di riparare e nobilitare qualcosa di rotto, con la foglia d’oro, creando così pezzi unici, rari e preziosi, più importanti perché hanno una storia da raccontare. Credo che proverò a farne una versione “cheap” con il mio vaso e la pittura 😛
– i cieli spettacolari che si vedono in questi giorni, non me lo ricordo tanto blu a luglio, da queste parti!
– il nostro couscous/tabbouleh
– ricominciare la maratona di Harry Potter
– le creature mitologiche

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