Persona

Persona, dal greco, significa maschera.
Serviva agli attori a far riconoscere al pubblico il personaggio (appunto) che stavano interpretando.
Shakespeare diceva che il mondo è un palcoscenico.
E ancora oggi si dice che l’abito non fa il monaco (quando a dire il vero nel medioevo si distinguevano i vari ordini clericali proprio dalle caratteristiche dell’abbigliamento).

A cosa miro con tutte queste premesse? A una distinzione fondamentale, ma anche a un’amalgama utile, e siccome questi intro sibillini non sono affatto d’aiuto, taglio corto.

Potete avere uno stile fantastico, invidiabilissimo, dettagliato come un dipinto fiammingo… ma essere interessanti quanto una piastrella di linoleum.
Viceversa potete avere i soliti jeans e la solita maglietta da anni, ma essere una persona incredibile.
Non credo utile stressarsi troppo solo sull’apparenza se il contenuto dentro è nullo, lo so che sembra strano detto dopo una serie di post scritti per trovare il proprio stile… però lasciate che vi riporti per un attimo all’adolescenza, quando chiunque era catalogabile in una determinata categoria grazie a uno sguardo alle scarpe e allo zaino che usava a scuola: “Ha le All Star, è una punkabbestia” “Ha il giubbottino dell’Essenza, è un gabber” “Ha la cintura con le borchie, è una darkettona” “Ha la toppa degli Iron sullo zaino, è un metalllaro”.
Trovare una subcultura e rispecchiarcisi interamente è normale, si chiama bisogno di appartenenza in un processo che si chiama “di individuazione”. Confesso che ho sempre nutrito una piccolissima invidia per quelli che riuscivano a immergersi al 100% in un “tipo”, mi sembrava non avessero più bisogno di farsi domande su chi erano, che si sentissero perfettamente integrati e accettati.
Poi cresci.
Alcuni rimangono fermi lì, altri continuano a cambiare pur rimanendo fermi, e altri ancora provano, sperimentano ed evolvono. A dirla tutta si formano una personalità (appunto), nessuno di noi è soltanto un’etichetta, un paio di scarpe o una band preferita, ma non vi sto dicendo nulla di nuovo qui… spero 😉

Bando alle reminescenze, è il 2011, voi siete davanti a un armadio aperto, strapieno e vi state chiedendo “Oggi cosa mi metto?”.
Di nuovo: se non avete niente da dire dubito che un giubbotto lo farà al posto vostro, ma! Siccome bazzicate da queste parti sono sicurissima che voi siate persone assolutamente interessanti (io non frequento piastrelle, tsk!), quindi qui entra in gioco quell’amalgama utile a cui ho accennato prima.

Vi è mai capitato di avere giornate in cui avreste voluto essere dentro un’armatura da cavaliere? O quei momenti in cui camminate per strada coi Rammstein nelle orecchie e vi sentite pronti a sfondare muri di cemento armato camminandogli semplicemente attraverso? E poi di avere giornate in cui vi avrebbe fatto tanto comodo sentirvi così invulnerabili, ma alla fine vi sentivate solo -da soli- voi?
Ecco, è per queste occasioni che ho scritto tutte ste manfrine fino ad oggi, per i giorni in cui vi serve la vostra maschera da “faccia di bronzo” per andare a reclamare il bonifico dal capo, o per far finta col professore di essere perfettamente preparati… e via così.
Una volta credevo significasse essere falsi, mai autentici… ma poi ho realizzato che con mia madre non scherzo allo stesso modo che con le mie amiche, che ognuno di noi ha già diverse maschere per ogni momento della giornata. Quindi tanto vale sfruttare questa cosa a nostro vantaggio!

A quanto pare la stragrande maggioranza delle persone di spettacolo ha un portafortuna (le mutande della partita vinta 700 a zero, la giraffina di legno regalata dalla nonna,ripetere “m***a m***a m***a” tutti insieme, qualcosa di verde, un gesto scaramantico…) quindi perché non applicare questa cosa al piccolo, al quotidiano?
Non vi sto suggerendo di diventare scaramantici, sentite qui: non devo dirvelo io che ci si veste soprattutto secondo l’umore, allora proviamo a fare viceversa: invece di influenzare l’abbigliamento con l’umore, provate a influenzare l’umore con l’abbigliamento.
 
Scegliete la vostra maschera, il costume del vostro personaggio, e andate in scena.

Ohi, Shakespeare non era mica uno stupido!

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2 pensieri su “Persona

  1. Siobhan Hanlin

    There is something to putting on seperate masks (job interview mask, meeting the other half parents mask, give me the last muffin mask), but you are right in that it needen't be ungenuine either!

  2. Euforilla

    Yeah, this is a hard topic, but I truly believe that sometimes *knowing* that you CAN wear your armour, activate that incredible device to turn yourself into your "super self" is so relieving!!!

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