Lettere aperte

Cara tu,
che hai 15 anni, più o meno. Che vai in giro con gli stessi pantaloni di velluto a coste e le sciarpe enormi, come le usavo anch’io dieci anni fa, e come le usavano altri dieci anni ancora prima. Che sul treno leggi Efraim Medina Meyes, e io leggevo Martin Millar, insomma, basta che ci sia del rock da qualche parte. Che hai gli occhi cerchiati di khol nero e le scritte sullo zaino vecchio e malconcio. Che hai una testa piena di pensieri, anche profondi per la tua età, e lo sai, piena di aspettative e ideali.
Sappi che ti farai male da lì a qui, ma sappi che ogni volta ne uscirai più forte e più saggia. Sappi che probabilmente il periodo più duro deve ancora arrivare, ma poi finisce, e ne esci pure a testa alta, so che adesso non ci credi ma sarai anche felice, contenta, sorridente.
Sappi che sotto i pantaloni con la piega e la borsetta da ufficio, che io porto perché devo e che tu guardi storto, c’è ancora la voglia di spaccare il mondo a metà per vedere cosa c’è dentro e poi rimetterlo insieme come meglio preferisci.
E anche se in un certo senso potrei dirti “cazzarola, ce l’hai fatta!!!” posso anche dirti che no, non si trova la risposta a tutte quelle contraddizioni e incongruenze che stai appena iniziando a collezionare… però impari a metterci del tuo, dargli un tuo ordine e andare avanti così. Posso dirti che fai bene, quando ti chiedono “come ti vedi da qui a dieci anni?”, a rispondere semplicemente “venticinquenne”, perché adesso ti sembrano un’eternità di tempo, ma passano in fretta e tutto si rivolta come un calzino. E ti posso assicurare che dentro ci si sente sempre uguali, anche se un pochino diverse, e che questa frase avrà perfettamente senso.
Insomma, ora sto rischiando di cadere nel banale e nello stucchevole, e già fai fatica a darmi credito, perché è risaputo che un po’ di cinismo funziona come scudo, ma corrode anche un po’. Niente di irrimediabile, sia chiaro.
Ecco qua, l’idea era nata come una lettera alla me stessa quindicenne, ma poi mi sono guardata in giro e ne ho viste tante di quindicenni com’ero io, e io avrei tanto voluto qualcuno che mi dicesse “stai andando bene, continua così, non è facile, ma ne vale la pena”. Capito? 😉


E adesso cara tu,
anzi, io, fra dieci anni, quindi 35. Adesso forse qualche idea ce l’ho su come mi vedo,ma di certo non ho tanto da dire come prima. Se elencassi tutto quello in cui spero diventerebbe come una letterina di desideri per Babbo Natale. Pure banalotta. In ogni caso io ce la metto tutta, e anzi, mi butto pure in un paradosso temporale: spero che tu sia contenta del lavoro che ho fatto, di come ti ho reso le cose, ho intenzione di seguire passioni e aspirazioni, fino ad adesso è andata piuttosto bene facendo così. Ora come ora non chiedo altro che indipendenza e la capacità di non ingrigire. Ma conoscendoci… è molto difficile 😉

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2 pensieri su “Lettere aperte

  1. Siobhan Hanlin

    This is beautiful-wonderful post. I often tthink about writing a letter to my younger self,but i doubt she'd listen to me! Too busy reading books 😉

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