Post ad alto contenuto di blablabla, sedetevi comodi.
Breve storia dei miei capelli: li tengo mediamente lunghi fino ai 13 anni, quando decido ti tagliarli da playmobil.
Più un paio di mèches rosse, grande concessione della zia L., grande occhiata assassina di mia mamma.
Parte un balletto di tinte non permanenti/shampoo colorati “violino profondo” o “prugna” e compagnia, non viene mai il viola, ma un discreto rosso scuro.
Decido di abbandonare le tinte chimiche, taglio i capelli a pari, ormai altezza caschetto, e inizio la mia lunga storia d’amore con l’henné.
Più è rosso, meglio è. Papà me ne porta un bel po’, più curcuma, da un viaggio di lavoro in Turchia. ME-RA-VI-GLIA
A parte un breve capitolo di tinta permanente neroblu (fatta due volte, ci ha messo un’eternità ad andare via, più che altro crescendo e tagliandola), ho continuato con l’henné.
Grazie al forum Capellidifata, scopro tecniche, marche e ricette varie per impacchi vari.
Passo all’henné rosso forte biokyma.
I capelli intanto crescono, passano un paio di volte il livello di “mi ci siedo letteralmente sopra”.
Poi a dicembre 2014 mi stufo e li taglio a caschetto asimmetrico.
Non facevo più henné da una vita, quindi il mio colore naturale era QUASI venuto fuori.
Decido allora di divertirmi coi capelli corti e, nel giro di cinque mesi, faccio sei tinte chimiche.
Pesanti. Permanenti. Sono finalmente violacea a sufficienza e poi rosso ariel.
Poi vado al mare.
E mi ritrovo con la paglia in testa e anche piuttosto stufa di star dietro a ricrescite e quant’altro.
Decido, per la salute della mia testa, di ritornare all’henné e di farlo con criterio: aspettando i proverbiali sei mesi fra l’ultimo trattamento chimico e l’henné.
Significa prendere una decisione a inizio settembre e sapere di dover aspettare almeno fino a metà gennaio.
Nel frattempo faccio trattamenti d’urto a suon di impacchi d’olii, maschere nutrienti fatte in casa, shampoo solo ecobio, cheratina e nient’altro.
Tempo di gennaio i capelli stanno discretamente bene, dal punto di vista di salute. Il colore è un disastro.
Sei dita di ricrescita e poi una cascata rosso carota strano. Mia cugina mi fa almeno tre volte la battuta sullo “shatush naturale”, prima che le dica che non è divertente, alla quarta volta.
Però ho avuto modo di rivedere il mio colore naturale, non me lo ricordavo proprio, ricordo che lo chiamavo “color grigiotoporagno” (gli adolescenti sanno essere molto crudeli con se stessi).
È effettivamente un color grigio toporagno, un castano scuro freddo, però sta volta non mi dispiace.
E decido di ritornare del mio colore naturale. Con l’henné.
Ora, breve storia dell’henné: si indica impropriamente, con questa parola, ogni tipo di erba colorante. Ma dovete sapere che l’henné propriamente detto è solo la lawsonia inermis, che colora di rosso. Mentre per avere altri effetti (nessuno dei quali schiarisce, sapevatelo già da ora) si usano altre piante, in generale e banalmente indaco per il nero, mallo di noce per il castano, camomilla per riflessare un po’ i capelli già biondi, e poi esiste anche la cassia obovata cioè il cosiddetto “henné neutro” che non colora ma fa solo tanto bene ai capelli.
Parte una mia estensiva ricerca su internet per vedere se qualcuna ha mai tentato l’esperimento di ritornare castana, con l’henné, dopo una tinta chimica rossa.
Che se il rosso henné è difficile da togliere, anche con le tinte, figuratevi il processo inverso di una tinta permanente rossa… sigh. Me le cerco proprio belle.
Scopro due cose interessantissime che mi convincono che si possa fare.
Uno, che, da consiglio di esperto parrucchiere online, per eliminare il rosso-arancio bisogna usare il viola, il suo colore complementare. Ha senso, la teoria dei colori non mente (avete presente il correttore rosa pesca per nascondere le occhiaie blu? Stesso principio).
Due, che esistono un sacchiiiiiiiiiiiiiiiiiiissimo di piante tintorie per capelli oltre a quelle che conoscevo prima. Una su tutte mi colpisce, il Katam, che serve per dare un bel rosso ciliegia freddo. Ma non è questo il momento!
Qual è il problema, dunque dunque?
Che, come tutte le tinte erbacee, ci vogliono più applicazioni per arrivare al colore che si vuole (più si applica, più si scurisce, ma per me non è un problema, visto l’obiettivo finale), e che bisogna fare prima un’applicazione di lawsonia e poi di altre piante, insomma, bisogna usare l’henné rosso come aggrappante.
La cosa non mi va giù gran che e non saprei nemmeno le dosi e le quantità e dovrei stare a comperarmi etti su etti di erbe polverizzate da mischiare.
Inizia a diventare un po’ troppo laborioso, dispendioso e a “lungo termine” (coi tempi d’attesa delle spedizioni eccetera).
Ma non demordo, continuo a googlare. Trovo, sempre grazie a Capellidifata, che qualche ragazza ha avuto ottimi risultati con l’henné de shiraz castano, che è già una miscela di lawsonia e indaco.
Me lo ricordo, viene venduto in barattolini di vetro al supermercato.
Decido di provare, questa è la composizione dell’henné de shiraz castano.
ISATIS TINCTORIA LEAF POWDER (detta Guado, in italiano, tinge le fibre naturali di viola), INDIGOFERA ARGENTEA LEAF POWDER (l’indaco che vi dicevo, tinge di blu-violetto, indaco appunto), HAEMATOXYLON CAMPECHIANUM POWDER (in italiano Campeggio, che tinge i tessuti naturali di blu), LAWSONIA ALBA POWDER (di solito l’henné rosso è Lawsonia inermis, ma sono la stessa cosa, un po’ come argentea e tinctoria per l’indigo), CAMELLIA SINENSIS LEAF POWDER (è la pianta del tè, perfetto, non dovrò aggiungerne per sfruttarne i tannini, pare inoltre faccia un gran bene ai capelli).
Non c’è mallo di noce, la cosa mi stupisce, ma per una volta si può provare.
Decido di fare tre applicazioni in fila (si, lo so, avevo detto che non avevo voglia di stare a sbattermi troppo, che volete che vi dica, sono volubile), come consigliato non ricordo più dove, a distanza di qualche giorno una dall’altra. Calcolo che per i miei capelli ci vorranno circa 100 g ad applicazione. I barattoli sono da 150 g quindi ne compro due.
Decido anche di non stare a fare aggiunte strane all’impacco, solo un cucchiaino di sale (che serve a fissare i colori e a creare un ambiente più basico per favorire l’indigo e scoraggiare l’henné, che invece dà il meglio di sé in ambienti acidi), di applicare il tutto subito dopo aver fatto la mistura, e di applicarla sui capelli appena lavati, ancora bagnati.
(Questo perché, per mia esperienza personale sui miei capelli, puliti, bagnati e con mistura ancora calda e non fatta ossidare, prende meglio. Poi ognuno vi dirà la sua perché nessun capello è uguale all’altro, sperimentate e trovate ciò che fa per voi).
Ecco le foto, parlano da sé.
Prima (shatush non voluto e bruttino)
Dopo la prima applicazione (con un cucchiaino di sale) – il giorno seguente (rosso)
Dopo la seconda applicazione (con un cucchiaino di sale) – il giorno seguente (castagna)
Dopo la terza applicazione (con un cucchiaino di bicarbonato) – il giorno seguente (castano mogano)
Dopo il primo shampoo “normale”.
Oh yeah
È passato un mese, il colore ha abbastanza scaricato, lo stacco con la ricrescita non è più così netto, ma qualche ciocca arancione sta tentando di rispuntare fuori.
Ho già recuperato due nuovi barattoli, uno di henné castano uno di henné “nero fumo”.
Questa settimana ho intenzione di provare così: prima applicazione di solo castano, seconda di castano e nero, terza di solo nero. Sempre per il discorso cumulativo.
Anche perché, benché non mi dispiaccia l’effetto mogano del solo castano, è ancora troppo caldo per i miei gusti (ma lo terrò presente per il futuro, non si sa mai), del nero mi ispira la composizione: guado, indaco, cassia, tè, mallo di noce. Niente rosso, di nessun tipo.
Ovviamente vi farò sapere!
PS
L’henné de shiraz non è il migliore, dal punto di vista di qualità e prezzo, ma ha fatto al caso mio per rapidità della reperibilità, prezzo tutto sommato ragionevole per la quantità che c’è. È sabbioso e un po’ granuloso da stendere (ma non essendo lawsonia, non m’aspettavo certo una cremina bella morbida).
E puzza.
Da morire.
L’odore dell’henné, come di fieno e liquirizia mi piace.
Questo?
Questo puzza di cacca di cavallo.
E sembra pieno di sabbietta.
Ma colora, lo trovo quando voglio senza aspettare il postino. Quindi non mi lamento.
PPS
La parte divertente è che fa la schiumetta azzurra, quando vi fate lo shampoo… meno divertente trovarsi il coppino e il cuscino vagamente bluastro, ma vabbeh.
E poi i capelli sono tornati ad essere uno splendore <3
Ho appena finito di fare il color prugna seguendo alla lettera le istruzioni sulla confezione…sarà che le luci sono soffuse, ma mi par tanto che le prugne sono rimaste dal fruttivendolo….