Rediviva

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Le sei meno un quarto.
Quell’orario di limbo, in cui potrebbe ancora succedere tutto. Un tutto che t’inchioda alla scrivania per altre due, tre ore… oppure quindici minuti che scorrono placidi verso l’uscita.
Quindici minuti in cui, quando finalmente hai trovato (o meglio, pensi! di avere trovato) la quadra a un problema vecchio di due giorni, ti decidi a concederti una pausa e buttar giù una bozza di un post.
Il primo post dopo tanto, troppo tempo.

Cos’è successo da quella Scatola Musa con la foto di tutti i tigli dorati?
Principalmente una cosa sola, grande e grossa.
Ho trovato lavoro, di quelli che mia nonna considera “un lavoro vero”. Cioè con orari d’ufficio, full time (e fortunatamente full stipendio), ferie e malattia pagate, colleghi, pause caffè, cene sociali, straordinari inaspettati e aperitivi scala-nervoso.

Ed è bello.

Questo è un post scritto in non so quanti tempi, a questa frase è il secondo tempo: iniziato a marzo, continuato a maggio.
Perché non ho tempo?
Balle. Balle fruste. Il tempo ce l’ho, è che non ho più avuto molta voglia di scrivere sul blog.
Potrei darvi tanti motivi: ormai nessuno li legge più, uno si cerca un’informazione al volo, vuole la rispostina pronta, o semplicemente mettere un cuoricino al volo basandosi su una foto e un titolo. Oppure perché nonostante l’impegno la risposta non è quella desiderata. O perché è un blog senza un vero argomento e quindi senza un vero “target reader” e quindi ha passo breve. O perché nonostante post lunghi e pieni e densi, ricevo ancora commenti che chiedono cose scritte nel post. E mi dico ma io sono qui a fare uno sportello informazioni o alla gente pesa veramente così tanto il culo? O potrei dirvi che siccome ho un lavoro a tempo pieno, il tempo rimane da dividere in altre cose. O che ho un hobby che mi sta prendendo di più. O che stiamo comperando casa, anzi Casa con la maiuscola, e abbiamo millemila progetti al riguardo.

Tutto vero.
La ragione principale però è che, come tanti hobby nella mia vita, il blog ha smesso di esaltarmi, e allora se un hobby non è più qualcosa che mi fa dire “WHOHOOO!” tanto vale.
Piano, non è che non mi piaccia più scrivere, però a questo punto se scrivo, voglio farlo in modo più organico e costruttivo, invece che post slegati che leggono mio marito, mia zia, qualche amica e forse qualcuno che capita per caso (ciao amico sconosciuto!).
La fortuna è che non ho mai voluto campare di blog e che non mi sono mai sbattuta chissà quanto per farlo diventare chissà che. È il mio angolino online e questo resterà

Metti che fra un anno ho voglia di passare una ricetta al mondo inTIEro, almeno ho un posticino carino carino :)

Insomma, mi rendo conto che il post sembri un po’ depressOne, ma non è così: sto bene, sono molto soddisfatta, solo non volevo lasciare questo spazio “pendente” senza una parolina che chiarisse che fu…

Non volevo farlo sembrare un posto abbandonato. Ecco.
Questo blog non è abbandonato, non è nemmeno chiuso.
È conservato.

Come il servizio da tè della bisnonna, è lì, lo sai che è lì, è pure bello, e ogni tanto lo tiri fuori e lo usi pure volentieri.
Ma non tutti i giorni, non il lunedì per far colazione alle sei e mezza per correre a yoga prima di andare in ufficio (ebbene sì, quanto sono radical chic eh?).
È conservato come la bottiglia di cognac quello buono, da bere con la giusta compagnia.
O ancora meglio, che forse sembra che me la tiri troppo col discorso del cognac, è conservato come quella scatola di robaccia varia che da piccoli abbiamo avuto tutti.

La mia era una scatola di carta per lettere, carta e buste erano finiti, ma la scatolina era ancora bella, con decorazioni strane di gigli di Firenze e foglia d’oro, e c’erano dentro i vetrini da spiaggia, una stella di plastica rossa trasparente trovata chissà dove, staccatasi da chissà cosa, un dieci di picche con un drago sul dorso, una punta di quarzo microscopica, una collanina rotta presa al Brallo da bambina al mercato del giovedì (un gufo fatto con del fimo e una biglia verde) e altro ciarpame… a cui però ero affezionatissima.
Ecco, adesso c’è anche il mio blog, è piccolo, ben rifinito e lucidato, pieno di imperfezioni e ciarpame, e mi piace tantissimo.

Lo terrò lì per la giusta compagnia o un momento particolare.

E c’è ancora una cosa che voglio fare, una lista di cose belle come non ne faccio da un po’:

  1. il nuovo lavoro, non solo ti svolta la vita poter andare a dormire senza preoccuparti di quanti soldi avrai nel conto in banca a fine mese, ma mi piace proprio!
  2. i nuovi colleghi, chissà che si nasconda qualche nuovo amico lì in mezzo? ^^
  3. poter camminare da casa all’ufficio e viceversa, è troppo comodo e un grande lusso
  4. le nipoti, plurale oh sì plurale!
  5. la mia famiglia
  6. Sa e questa nuova rutilante avventura del comprare casa, casa NOSTRA
  7. la casetta che abbiamo scelto, ci piace proprio tanto, non sarà una reggia ma sarà ovviamente MITOLOGICA U_U
  8. abusare del maiuscolo 😛
  9. essermi decisa a iscrivermi a spotify, qualità audio nettamente superiore e riscoperta di vecchie glorie adolescenziali tutto in uno
  10. il cibo buono in compagnia
  11. anche l’alcol buono in compagnia
  12. qualche buona idea
  13. il viaggio a Venezia
  14. il ritorno a Montpellier, mi scoppiava il cuore (e non sono persona da usare queste espressioni, solitamente)
  15. rituffarmi in un libro di Stephen King
  16. Netflix e le sue serie
  17. Terry Pratchet, scoperto troppo tardi… me lo ristampano o no? E che diamine!!!
  18. pinterest, ne sto abusando ultimamente
  19. aliexpress, ah, come sputtanarsi uno stipendio XD
  20. l’ufficetto riservato
  21. le ferie di totale relax
  22. non essermi abbronzata neanche quest’anno
  23. i bei posticini dove andare a cena in due
  24. iscriversi al FAI (prossimo passo, tessera dei musei Lombardi!)
  25. tanti piani per l’autunno (viaggi, visite, eccetera)

 

Questo post è stato completato e tradotto a settembre, così, giusto per darvi (vi? a chi???) un’idea di quanto ci ho messo a pubblicare un solo post!

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