Apologia della parolaccia

Io sono convinta che una parolaccia ogni tanto, di quelle ben piazzate, possa fare un gran bene.

Spieghiamomi: da piccolo ti raccontano che quando “loro” erano piccoli gli si lavava la bocca col sapone se solo avessero detto “cacchio!” e quindi tu non devi affatto dire parolacce, di nessun genere.

Dire parolacce è volgare, sgrezzo (non da signorina <– un plus per il gentil sesso), dimostra di avere un linguaggio molto limitato, una capacità di esprimersi da troglodita ed evidenti limiti mentali.

Se per certi aspetti si può essere d’accordo (vedi certi elementi che al posto della punteggiatura usano imprecare) per altri ho da ridire.

Metti di aver appena finito un lavoro certosino, di averlo finito appena in tempo per la scaletta… e di scoprire di averlo fatto dalla parte sbagliata?
Imprecare sfoga la frustrazione, sublima l’istinto violento e salva il suddetto lavoro certosino dalla distruzione completa (o magari il vostro vicino di scrivania da un improvviso scoppio d’ira).

Insomma, prendiamo Catullo, a parte Odi et amo e tutte ste sviolinate, ok… non neghiamo che Catullo è famoso soprattutto per le poesie sboccate, l’uso delle “parolacce” e le invettive violente e volgari.

La mia tesi è: se queste parole esistono è perché certe situazioni non si possono risolvere meglio che con un “mavaffanculo”!!!

4 pensieri su “Apologia della parolaccia

  1. Lanterna

    Io non amo parlare di parolacce o turpiloquio. Dopotutto, le parole dovrebbero avere tutte la stessa dignità, è l’intenzione a renderle “sporche” o brutte. Credo che un “cavolo!” detto con cattiveria valga come il suo equivalente falliforme.
    Molti mi rimproverano (tacitamente o no) di usare parolacce davanti ai miei figli. Io vieto loro di usarle perché devono capirle e non ripeterle a pappagallo, ma non mi vergogno di parlare così. Mi sentirei una cretina se, schiacciandomi un dito in una porta, me ne venissi fuori con un “porca paletta” (e non mi darebbe nessun sollievo, a differenza di svariati suoi equivalenti più volgari). Quanno cce vo’ cce vo’!

    1. Euforilla Autore dell'articolo

      Esaaaatto! Il punto è proprio quello: a volte una parolaccia è il termine corretto da usare, come per dire “scrivania”, puoi solo dire “scrivania”! (che esempio strano… ma è mattina presto XD)

  2. goddessinspired

    Beh, dal numero di parolacce che uso costantemente nel parlare, capirete la mia posizione in merito… E comunque risulto sempre una signorina fine e raffinata, CAZZO! 😛

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