La spesa giapponese

Prima di imbarcarci in itinerari, resoconti di viaggio e ricette necessariamente collegate, dopo avervi indirizzato verso i miei “maestri di cucina virtuali” (virtuali i maestri, la cucina è stata molto reale e moltobbòna!), mi sembra giusto dirvi dove ho fatto la spesa.

Perché diciamocelo, in casa abbiamo riso, sì, ma magari abbiamo il carnaroli che centelliniamo per i risotti.
Abbiamo l’aceto, sì, se va bene quello di mele.
Abbiamo il vino bianco, ok, ma mica il saké.
Abbiamo le cipolle, non il cipollotto.

Insomma credo di aver reso l’idea!

Una foto pubblicata da Cristina (@euforilla) in data:

Innanzitutto devo passarvi un altro link che è meraviglioso, credo sia americano, the cook’s thesaurus, ovverosia un dizionario dei sinonimi del cibo e di tutto ciò che è collegato alla cucina. In poche parole voi, nel campo di ricerca, mettete l’ingrediente che vi serve e il sito vi fornisce una lista di validi sostituti (oddio, su cui a volte bisogna ponderare bene… sostituire i broccoli col cavolfiore non è male un’idea campata per aria, ma le differenze ci sono, ecco!). Comunque, la mia prima spesa (costata parecchio purtroppo) s’è divisa fra Esselunga (qui a Pavia è il più fornito in materia di “cibi esotici”) e NaturaSì (dove ho trovato alghe, acidulati e compagnia… e lasciato giù molti soldi…). Poi, settimane dopo, ho scoperto l’esistenza di Kathay a Milano. Ho fatto più di un viaggio a Milano per visitare vari negozi di alimentari giapponesi/asiatici. Uno, quello “vicino” alla fermata Zara della gialla, non esiste più (addio Nipponya). Poporoya, vicino a Porta Venezia, è un ristorante con, di fronte, l’alimentari. Che però purtroppo per me fa orari da ristorante, io ci ero andata nel pomeriggio e l’ho trovato chiuso. Sigh sob. Ma ci riproverò!!! Quel giorno si illumina la mia amica Anna che mi dice “C’è un negozietto pieno di roba orientale vicino alla stazione Centrale, vuoi provare?”, non era molto lontano quindi siamo andate. Ah gaudio! Ah gioia! Ah tripudio!

Una foto pubblicata da Cristina (@euforilla) in data:

Posticino apparentemente piccolo, non saprei valutarne la dimensione effettiva perché lo spazio è occupato al più possibile da scaffali pieni di prodotti di ogni genere e tipo… ho riconosciuto marche giapponesi viste nei video di cucina e marche viste nei convenience store giapponesi, la cosa mi ha dato molta fiducia. E poi i prezzi, meravigliosi! Valgono decisamente la pena di pagare un biglietto A/R per andare a fare la spesa là! (Fra l’altro punto quei mega sacchetti di spezie, nel reparto “indiano/thai”, anche se con la cucina giapponese hanno poco a che fare, ma cucino cose diverse io, mica solo tortellini e ramen :P). Sapevo che Kathay ha un altro negozio in zona Paolo Sarpi ma ho scoperto, grazie alla mia amica Chiara che ha parlato con loro alla Fiera dell’Artigianato, che la gestione dei due negozi è ormai separata: i ragazzi in fiera si occupano di quello in via Rosmini 11 (quello del sito insomma), e altre persone di quello vicino alla stazione Centrale. Inutile dire che sto già pianificando di andare a fare un giro anche in via Rosmini (anche perché pare siano anche molto forniti di oggettistica come bento, ciotole, eccetera *_*). Scusate il papiro sui vari luoghi ma tutte le informazioni che avevo trovato su internet risalivano al massimo al 2011, mi sembrava giusto diffonderne di aggiornate all’inverno 2014/2015 :) (Ah, sul sito di kathay si può anche ordinare online, le spese di spedizione sono fra i 6 e i 7 euro se non sbaglio, cosa che per me è anche più economica del biglietto del treno… non parliamo poi di treno+metro 😛 quindi dopo aver fatto le mie necessarie ricognizioni sul posto, se dovessi aver bisogno credo che mi affiderei all’ecommerce… anche se io adoro andare a nasuplare in giro in quei posticini *_*) Comunque no, se ve lo state chiedendo la risposta è no, non sono pagata né sponsorizzata da loro in nessun modo… e come mio solito aggiungo sfacciatamente: se volessero sarei contenta XD (e poi ve lo direi!).

Una foto pubblicata da Cristina (@euforilla) in data:

Comunque ecco qui una lista di prodotti giapponesi che è bene avere in casa per preparare ricette varie. Si tratta soprattutto di condimenti ed elementi per cuocere effettivamente i cibi, più ovviamente un paio di ingredienti che sarebbe difficile recuperare altrimenti.

Fogli di alga nori e/o aonori: i fogli possono essere usati per arrotolare/decorare il sushi, tagliate a pezzi nelle zuppe o sbriciolati qua e là come “topping” (decorazione che è pure buona da mangiare), aonori è semplicemente la stessa alga già sminuzzata (io ho preso quella perché non avevo intenzione di fare sushi o simili)
Alga kombu: non ha molto sapore, una volta cotta è anche piuttosto gommosina da mangiare, ma serve per fare il brodo (dashi), si mette in ammollo, si usa l’acqua di ammollo e poi si aggiunge anche l’alga… la prossima volta magari provo ad affettarla a striscioline sottili, magari così è più facilmente commestibile
Salsa di soya: non che non riusciate a trovarla altrove, ma in questi negozi trovate i bottiglioni da litro/litro e mezzo e sono più convenienti (mi raccomando assicuratevi che sia “traditionally brewed” o “naturally brewed” così è vera salsa di soya e non acqua colorata e insaporita… ah, altra cosa che mi ha stupito: usano principalmente quella “dolce”, di solito dal tappo verde, io ero convinta del contrario!)
Saké: vino di riso, io l’ho trovato all’esselunga, un boccettino piccolo e blu, probabilmente anche di un’ottima marca, ma l’ho pagato un sacco… e visto che lo uso per cucinare una bottiglia qualunque può andar benissimo (compresi i “rice wine” cinesi ;)). Mirin: vino liquoroso di riso, questo l’ho trovato al Naturasì, non voglio neanche ricordare quanto l’ho pagato, il maledetto… anche in questo caso bottiglie più grandi anche se magari “meno fighe”, se usato per cucinare, sono una scelta più conveniente
Aceto di riso: di nuovo, trovato al Naturasì come “acidulato di riso”, mi ripeto? 😛
Worcestershire sauce: sì, la salsa inglese, ne usano un sacco! Una qualsiasi andrà benissimo (l’avevo trovata per caso al Lidl quando avevano fatto le offerte british e l’avevo presa d’impulso perché ricordavo non so quale ricetta di carne in cui mia mamma l’usava)
Oyster sauce: letteralmente salsa d’ostrica, in origine fatta veramente con le ostriche, oggi credo sia insaporita con delle acciughe. Questa è imprescindibile!!! È come “sapore orientale” in bottiglia, anche qui, non è necessario avere quella figa giapponese, una simile andrà benissimo. Nota per i veg: un ottimo sostituto può essere la “mushroom sauce” fatta appunto con funghi e non con pesce 😉
Funghi shiitake (si legge scìtache, con l’accento sulla i e se ne fa sentire una sola, parola di Francis di Cooking With Dog :P): qui non riesco a dirvi di prendere un sacchetto qualunque, non mi è ancora ben chiara la faccenda della qualità, ma se non ho capito male bisognerebbe cercare funghi che, anche da essiccati, fanno vedere le crepe chiare su un cappello scuro… però ribadisco, non sono sicura di quello che sto dicendo quindi mi riservo di delucidarvi meglio più avanti!
Noodles: in mancanza di un termine migliore userò quello inglese (che chiamarli spaghetti mi sembra tanto sbagliato…), avevamo preso un paio di confezioni di “noodles – pasta di grano” sempre al Lidl quando c’erano state le offerte “orientali”, una rapida ricerca vi renderà edotti sulle infinite tipologie di “noodles” usati nella cucina giapponese… Principalmente eccone tre: i “ramen noodles” ovvero spaghettoni ritorti di grano e ingrediente alcalino/solforoso che dona loro il colore giallo (sostituibile tranquillamente con tagliatelle rustiche all’uovo/Spaghetti all’uovo alla chitarra), udon (tagliatelle di frumento), soba (spaghettoni di frumento e grano saraceno). Ce ne sono poi tantissimi altri, li trovate secchi o freschi, istantanei o prebolliti… Insomma, si possono trovare anche le alternative nei nostri supermercati, ma confesso che la forma tutta arricciolata dei “ramen noodles” mi fa troppa simpatia per trovare un surrogato 😛
Benishouga: zenzero sott’aceto, è rosso a filini, serve da sminuzzare in alcune ricette. Io ho un barattolo di zenzero in conserva come quello che vi danno al sushibar… per ora è stato un degno sostituto 😉 Pasta di miso: ce ne sono di diversi tipi, io ho preso il misoshiru, quello chiaro, con l’intento di fare la zuppa di miso (pare possa anche essere usato spalmato sul pane come crostino/tartina, o nelle verdure spadellate per aggiugere sapore), l’ho trovata al Naturasì, inutile dire che la trovate anche altrove.
Olio di sesamo: importantissimo (trovato sempre al Lidl durante le offerte asiatiche), per cucinare, condire, insaporire, dà un gusto particolare 😉

Una foto pubblicata da Cristina (@euforilla) in data:

Ecco, queste sono le cose che fossi in voi cercherei nei negozi specializzati (sia per assortimento sia per convenienza).
Altre cose si possono rimediare normalmente.

Il riso, dite? Il riso per il sushi è a grana piccola e tonda, il nostro riso qualità “originario” è semplicemente perfetto! E costa pochissimo. Non serve andare a prendere il “riso per il sushi” (a meno che, ovviamente, non vogliate farlo apposta :) per ora io il riso l’ho usato da fare al vapore per accompagnare qualche piatto e, se cotto nella maniera giusta, non c’è differenza!).

Resistete anche all’impulso di comperare ventotto boccette diverse di “salsa per yakisoba” “salsa per takoyaki” “salsa per okonomiyaki” “salsa per teriyaki”, sono grossomodo tutte la stessa cosa, cioè hanno gli stessi ingredienti ma con percentuali diverse. Su uno dei siti che già vi avevo linkato ci sono tutte le ricette per farsele in casa in pochi secondi, è sempre questione di salsa di soya, ketchup (sì, ketchup! Anche in Giappone siamo nel XXI secolo!), oyster sauce, zucchero, sale, pepe, worcestershire sauce e poco altro.

Una cosa che ancora mi manca è il katsuobushi, ovvero i fiocchi di tonnetto essiccato, che vengono usati come topping (decorazione+sapore) nel ramen e negli okonomiyaki, ma soprattutto per fare il brodo dashi con l’alga kombu. Non sono di fondamentale importanza, per carità, me la sono cavata benissimo anche senza, ma mi piacerebbe avere l’arsenale completo per la prossima volta in cui farò gli okonomiyaki (decisamente la nostra ricetta preferita).

I cipollotti si trovano facilmente al supermercato o al mercato, insieme a cose come cetrioli, lo zenzero fresco, l’aglio, le carote, i germogli di soya, sostituti validi per i vari “noodles” (come già visto sopra), sale, pepe, altri tipi di funghi, ketchup, mayonese (preferite la mayonese con yogurt e limone a quella classica, il sapore è come quello di quella giapponese), carne di maiale, di pollo, di manzo (benché la carne marmorizzata di grassino come quella di Kobe/Hida ce la sognamo), uova.

Non preoccupatevi nemmeno per utensili strani che potete vedere: le nostre care vecchie pentole d’acciaio e padelle antiaderenti, e ciotole e pinze e mestoli e spatole e cucchiai di legno, e taglieri e coltelli, eccetera, andranno benissimo 😉

Una foto pubblicata da Cristina (@euforilla) in data:

Ricapitolando, ecco qui per voi la lista della spesa giapponese (da fare online, di persona, al supermercato o nel negozio specializzato, come preferite!)

Sake
Mirin
Alga Nori
Alga Kombu
Katsuobushi
Oyster Sauce
Worcestershire sauce
Salsa di soya dolce
Miso
Shiitake
Aceto di riso
Olio di sesamo
Riso Originario
Noodles (a scelta)
Cipollotto fresco
Semi di sesamo (bianco e nero)

Se avete queste cose, giapponesizzare un piatto è questione di un attimo 😉

Articoli correlati

8 pensieri su “La spesa giapponese

  1. Milena

    Se passi ancora a Milano, un alimentari asiatico molto grande e con buoni prezzi e’ stato aperto in Via Farini (non so il numero… Arrivando da Maciachini lo trovi alla tua sinistra poco dopo l’incrocio con Viale Stelvio).
    Trovi veramente di tutto, frutta e verdura fresche comprese e, accanto, hanno aperto da poco anche la loro pescheria

Lascia un Commento

Post Correlati