Morale della favola

Non so se sono io ad essere superfricchettona o se è così per tutti, però organizzare un matrimonio è stata un’esperienza di crescita.

Ho imparato un po’ di cose e quindi mi sembra giusto concludere tutta questa serie di post in modo retorico e sentimentaloide.

Al mondo ci sono tanti concetti di famiglia e, finché per voi funzionano, vanno tutti bene.
Il mio concetto di famiglia è sempre stato un po’ allargato, che non significa (solo) un grande numero di persone, ma piuttosto un numero di persone sempre al corrente di tutto e di tutti. Un numero di persone con voce in capitolo o, per lo meno, che dà voce ai propri pensieri.

addams-family

So che per alcuni questa descrizione equivale a un incubo. A volte lo è. Ma ormai ci sono abituata e mi piace così.

E quindi?
Cosa impara uno da un matrimonio?

A scendere a compromessi, a rivalutare certe prese di posizione, a rendersi conto che (almeno nel nostro caso) non sono solo due persone a sposarsi, ma due famiglie a unirsi, si impara a mettere paletti e a lasciar correre.

IncredibleFamily

In fondo è una festa di due persone ma per tutti.
“Facciamo una merenda in piedi!”
“Sì, e tua nonna di ottant’anni, cosa fai? La lasci in piedi per ore e poi la fai sedere per terra?”
“E i parenti che si fanno milletrecento chilometri li inviti per una merendina?”
Eccetera :)

Che detto così sembra tutto un procedimento logico, razionale e tranquillo.
Ah!
Piuttosto una cosa così:

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Poi uno riconsidera: i tuoi genitori ci tengono tanto a fare questa cosa, tu ti eri impuntata per questioni di principio ma alla fine della fiera non è che te ne importi molto? Suvvia, accontentali che si vive tutti tranquilli.
Su questa cosa proprio non puoi transigere? Spiegalo e vedrai che saranno altri a suggerire soluzioni che vanno bene a tutti (vedi le bomboniere solidali, io mica ci ero arrivata!!!).
Eccetera eccetera…

Insomma, alla fine siamo stati proprio contenti di com’è venuta la nostra festicciola…

Se dovessi rifare tutto?

Rifarei tutto in stile steampunk, invitati compresi.
Rifarei tutto in stile Labyrinth, con Sir Dydimus come cerimoniante.
Rifarei tutto in stile Alice nel paese delle Meraviglie, col Cappellaio Matto e una degustazione di tè e scones.
Rifarei tutto scappando a Las Vegas, e a tutti una bella cartolina
Rifarei tutto andando in Comune senza dire niente a nessuno (beh, a parte lo sposo).
Rifarei tutto in un parco o in un bosco.
Rifarei tutto uguale.

Alla fine non importa molto, non credo nel “il giorno del mio matrimonio dovrà essere il più bello della mia vita”, più che altro perché mi auguro che sia un crescendo, non un calando!!!

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4 pensieri su “Morale della favola

  1. mignolocolprof

    Non sono d’accordo. Forse perché parto da presupposti diversi, non so.
    Ma la mia famiglia non è l’unione delle nostre famiglie d’origine.
    La mia famiglia siamo Luca ed io, i nostri figli, i gatti e il cane. Punto. Al limite posso aggiungere le carpe e i pesci rossi del laghetto, nonché nonno Gamberetto e gli abitanti dell’acquario.
    Nessuno, se non noi, ha il diritto/dovere di essere al corrente. E nessuno, NESSUNO se non noi, ha voce in capitolo.
    OK, ho capito, ritorno dai miei simili plantigradi 😉

    1. Euforilla Autore dell'articolo

      Ehehehe pensavo proprio a questa frase quando ho scritto “ci sono tanti tipi di famiglia”.
      Un pochino devo dire che t’invidio la totale indipendenza… Ma d’altra parte sono cresciuta abituata così, quindi pensare di vivere altre situazioni non solo mi sembrerebbe strano, ma anche un po’ triste (senza voler giudicare niente e nessuno eh!)… Fortuna vuole che sia cresciuto così anche Sa, almeno non ci son problemi 😛

      Dopotutto “Il mio grosso grasso matrimonio greco” un po’ rende l’idea e anche la battuta-non-battuta che abbiamo sempre fatto in famiglia dice il vero: “Chi si sposa una di noi, si sposa tutta la famiglia”…

      Ohi, uomo avvisato… 😉

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