Buoni propositi e Pink Floyd

Ogni anno c’è la solita manfrina dei buoni propositi. Io non sono da meno, ma negli anni, invece di continuare a riscrivere quel buon proposito che rimane identico e intoccato dal capodanno del ’98, ho imparato a non farmi troppe illusioni, a capire cosa voglio da un anno nuovo.

Soprattutto a capire che quella sensazione di nuovo inizio, di “ricomincio da zero”, di energia e voglia di fare e mille progetti, non dipende dal calendario ma da come lo interpreto. E che, come in qualsiasi cosa, c’è da prendersi alla leggera e con un pizzico d’ironia.

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Buoni propositi: Salutare ogni giorno con entusiasmo!
“Sono SUPERDEPRESSO!!!”

Poi qui e là ho raccolto qualche consiglio saggio, che ora condivido con voi:

1) Fatene pochi, di cose che volete sul serio
2) Se vi riesce invece di scrivervi un desiderio, scrivete un’affermazione, fa bene all’umore sentirsi ripetere “Quest’anno sono scintillante” invece di “Voglio ricordarmi di mettere sempre gli orecchini” (oh, che ne so, sto sparando a caso tanto per fare un esempio, e gli esempi all’assurdo sono quelli che mi piacciono di più)
3) Se vi riesce rivalutateli mese dopo mese, o ancora meglio fate nuovi buoni propositi con ogni mese… A gennaio potrebbe essere “Vado a fare la visita al ginocchio” a febbraio “vado a comprare le scarpe per correre” e a marzo quando finalmente il tempo regge sarà “vado a correre almeno una volta la settimana”… Perché fra il farsi propositi umanamente raggiungibili e il solito classico consiglio del dividere un compito titanico in tanti piccoli compitini aiuta sempre.
4) Soprattutto, se vi riesce, scegliete qualche immagine e scriveteci sopra il vostro buon proposito. Potete stamparle da internet o ritagliarle dalla rivista, modificarle in modo superfigo con fotosciòp oppure scriverci sopra a pennarello alla meno peggio, non importa. Quello che importa è che l’immagine sia un memento immediato, più efficace di una frase che diventa ripetitiva, quando invece l’immagine parla più al vostro subconscio che finisce con l’interiorizzarla, e che possiate averla sott’occhio spesso. Sulla bacheca o come segnalibro nell’agenda o dentro al portafogli o appiccicata sul frigo, non importa.

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Buoni propositi di Chuck: 1. Perdere peso 2. Sposare Scarlett Johansson 3. Trovare la perduta città di Atlantide.
Se devo fallire voglio fallire alla grande.

Ne ho preparata una per tutti quanti, perché so che è una cosa che tutti spesso ci auguriamo e, anche se non ce la augurassimo, se dovesse succedere sarebbe comunque bella.

L’immagine originale l’ho presa da questo articolo di DesignSponge (bell’idea fra l’altro 😉 ). Ho scritto in inglese un po’ perché certe cose ormai le penso direttamente in quella lingua, un po’ perché ho questa strana forma di feticismo che certe frasi in inglese mi sembra che abbiano senso e in italiano invece mi sembrano sciocche e vuote (cosa che uno non vuole per un buon proposito, giusto? Giusto)

Sdolcinato? Forse… Ma è per questo che i buoni propositi sono personali e ognuno deve farseli da sé!

Quindi, tanto perché oggi mi sento generosa, ecco come trovare tutte le risorse che vi servono per farvi dei mini messaggi d’incoraggiamento:

Weheartit, Pinterest e Google Images per trovare belle immagini da usare (si suppone che non le ripubblichiate, non le vendiate e quindi ve le teniate solo per voi… altrimenti è il caso di citare la fonte o proprio comprare immagini libere da copyright… ma non è questo il caso no?)
GIMP, programma gratuito per modificare le immagini, richiede un po’ di manualità e di apprendimento, ma si può fare tutto!
Dafont, sito per scaricare gratuitamente un sacco di font (caratteri di scrittura, lo specifico per le mie zie che mi leggono :P) con cui abbellire le immagini

Et voilà!

E… Che cosa c’entrano i Pink Floyd a questo punto, direte voi? È che sta mattina mi hanno illuminata (no non mi sono fatta le canne, solo tè e torta di mele… a meno che lo zenzero di mia mamma non sia proprio zenzero, non ho assunto sostanze strane), avevo in mente “Wish you were here”, che è una canzone un po’ triste e un po’ cattiva.
Mi ha colpita in modo strano soprattutto il verso dove dice (taglio) “Do you think you can tell? Cold comfort for change?” ovvero “Sei in grado di distinguere? La fredda comodità dal cambiamento?”… E ho pensato che in fondo un buon proposito può anche non essere una bella frasetta o un desiderio, ma una qualsiasi cosa che ti spinga a vedere le cose come stanno, a cambiare la situazione se serve, che ti spronano perché sono scomode.

Questa mi sa che me la scrivo sul muro.

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