Sul comodino – 8

Libri di (mezzo) luglio, ne avete letto qualcuno? ^^

libri

La metamorfosi di Kafka – eccolo, il mio classico del mese, confesso la mia ignoranza e non pensavo fosse un racconto breve. Ma che dire, dopo la fatica di Q è andato giù liscio come un bicchiere d’acqua fresca a ferragosto! Il punto di vista, le descrizioni, le reazioni e la natura umana. Ecco, credo di aver finalmente capito cos’è che mi piace dei libri, quando le persone sono verosimili e non idealizzate (e uno mi può dire “oh brava, hai scoperto l’acqua calda”, eh, lo so, coi miei tempi ma ci arrivo… però se ci pensate bene non è così semplice non trovare mary sue e compagnia!).

Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh – ecco, appunto, a proposito di Mary Sue e Gary Stu… La storia è gradevole eh, sia chiaro, mi son letta il libro in pochissimi giorni, piacevole, scorrevole… però si notava ancora un po’ troppo la struttura da esercizio di scrittura creativa, e c’erano dialoghi assolutamente inverosimili, e i personaggi di poco spessore… Poi non capivo il bisogno assurdo di spiegare sempre ogni cosa, in ogni frase e di ogni accenno, non è meglio a volte lasciar intendere senza spiattellare tutto? Non si dice sempre “Show, don’t tell” ovvero “Mostra, non spiegare”???  E poi alla fine mi rovina tutto passando, da una storia di lei supermisantropa che comunica col linguaggio ottocentesco dei fiori, a tre capitoli tre di descrizione di travaglio, parto e amore sconfinato materno per la nuova creaturilla. No, no grazie no. Ecchediamine dai!!!

L’eredità segreta di Katherine Webb – Altro libro preso da mia mamma a Mondolibri (dovrebbe veramente disiscriversi, ma non entriamo in polemica U_U), come quello di cui appena sopra. Ma qui l’autore inglese si vede subito, niente di stratosferico sia chiaro, ma l’intreccio è giocato più sottilmente, i personaggi sono più completi e i dialoghi sono credibili. Non chiedo tanto io no? Una storiella carina, dei personaggi con cui relazionarmi e dei dialoghi che siano dialoghi e non pessimo teatro!!! A parte il finale telefonatissimo già dalle prime pagine… ma vabbeh.

Il disagio della libertà di Corrado Augias – Non proprio la lettura estiva per eccellenza, di quelle scanzonate e senza pensieri, anzi, tutto il contrario. Ma vi immaginate leggere questo saggio a dicembre, che fa buio alle quattro di pomeriggio, e fa freddo, e non potete andare da nessuna parte? Almeno adesso chiudo il libro e guardo fuori e vedo il sole e dico “c’è ancora speranza!”. Mi ha ricordato tanto l’università, non solo per il tema, i nomi citati qua e là (Harendt, Mills, Beccaria), ma anche per come certi argomenti è come se le mie orecchie li sentissero in modo più profondo, più diretto. Come se leggessi certe cose con un’altra parte del cervello. Sarà il famoso tasto dolente? Comunque, saggio godibile che, se preso con fare filosofico, darebbe via a un’esplorazione di una vastità incredibile: si parla di concetti di libertà, società, identità nazionale, famiglia, individuo, giustizia, uguaglianza e chi più ne ha più ne metta.
Però ha la stessa pecca notata in uno dei capitoli: è un libro di un intellettuale -di tutto rispetto fra l’altro- di certo non destinato alla divulgazione né (men che meno, ancorché certi argomenti io davvero li porterei sui banchi) all’educazione scolastica. E quindi? Epoché.

Full Monty di Wendy Holden – Dopo il saggio avevo decisamente bisogno di qualcosa di ridicolo e adatto al clima sempre più soffocante!!! Una cosa che mi piace e che nel film è sfuggita (oppure la sto notando solo io) è l’ironia dei ruoli ribaltati: l’uomo che sta a casa a passar l’aspirapolvere, portare i figli a scuola, indignarsi per la moglie che va agli spogliarelli ma giustificarla dicendo “Sono soldi suoi in fondo, no?”. Bellissimo. Triste in qualche modo, ma di grande soddisfazione.

Le ceneri di Angela di Frank McCourt – Anni fa ricordo questo libercolo sul comodino di mia mamma e lei che mi diceva, con le lacrime agli occhi, “Quando lo finisco poi leggilo anche tu che fa troppo ridere, parla di questa famiglia irlandese disgraziatissima ma lo fa in un modo…!”. Devo dire che ero poco convinta. Qualche settimana fa, parlando di libri con le amiche, queste se ne saltano su dicendo “Ah sì un altro libro che mi è piaciuto un sacco è Le Ceneri di Angela”, io -che ho la memoria di un pesce rosso- lo confondo con “Amabili resti” (non chiedetemi perché o come) e dico “Sì bel libro!” quando però attaccano con “Spassosissimo!” mi chiedo se effettivamente ho letto il libro giusto… ci penso un po’ e mi rendo conto che no, Le ceneri di Angela non l’ho mai letto, che Amabili resti è un libro completamente diverso, un bel libro, ma di certo non divertente.
E allora che si fa? Si va nella mia biblioteca personale (ovvero la parete di quattro metri per tre con libri in doppia e tripla fila che è la libreria billy di mamma) e si cerca “Mamma ma è sotto la M di Mc o sotto la C di Court?” “Non so, tu cerca, comunque è un libro piccolo”.
Piccolo per me è un libro di Pennac, di Benni, questo è di 300 pagine, ma mia mamma macina pagine come acqua fresca, quindi è piccolo, ok.
Finito il resoconto di come sono arrivata a leggere Le ceneri di Angela (e giuro che stavo per scrivere Amabili resti… cos’ho di storto eh???) ecco cosa ne penso del libro: è veramente spassosissimo e divertente e, anche se a volte vorreste poter entrare nel libro e prendere a scopettate nel sedere papà Malachy o dare una scrollata a mamma Angela per vedere se si ripigliano un po’, anche se a volte vi vien male a pensare che fino a cinque minuti prima vi stavate lamentando dello stato disastroso del balcone che andrebbe risistemato un po’ e poi vi trovate di fronte a certe miserie nere e indicibili, non potete non ridere, davvero, racconta con un’ironia e una leggerezza incredibili. Lo credo bene che ha vinto il pulitzer. Ma soprattutto riuscite ad affezionarvi ai personaggi in meno di tre righe, per come ve li racconta.
Attenzione: mette voglia di uova fritte e pane abbrustolito con burro e marmellata e fish and chips e un boccalone di Guinness.
PS a proposito di quel che dicevo del Linguaggio segreto dei fiori, di quel bisogno di spiegare tutto. Frank McCourt non spiega niente, non si perde a infiorettare descrizioni o che, le cose te le spiattella lì così come sono, ci arrivi tu all’ironia, ci arrivi tu a come stanno le cose, ed è questo il bello.

Un polpo alla gola e Ogni maledetto lunedì (su due) di Zerocalcare – Primi prestiti presi alla biblioteca di Motta (e che dire di una biblioteca che ha Zerocalcare? Che spacca U_U). Certo, mi manca proprio La profezia dell’Armadillo, ma fortunatamente non è che se vi perdete un libro non capite niente degli altri (anche perché voi avete passato delle ore a rileggervi tutto il suo blog, vero?). Recensirò i due libri insieme, brevemente perché altrettanto in fretta li ho letti: mi sentivano ridere anche da fuori il condominio.

PS
I link sono sempre link del programma di affiliazione di Amazon, il che significa che se mai voi doveste decidere di comperare il libro online e lo faceste su amazon seguento il link che io vi ho fornito, io ne guadagnerei una percentuale infima. A voi non costerebbe di più, anzi, a dirla tutta vi seleziono sempre le opzioni che costano meno U_U
Questo blog dovrà pur mantenersi in qualche modo no? Ormai è adulto!!!

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2 pensieri su “Sul comodino – 8

  1. Mari

    Potresti linkare ad amazon anche altri libri che hai recensito e a cui ho risposto….
    e va beh, ho preso nota anche delle “ceneri di angela”…. ma non so se lo leggo perchè io preferisco saggi, ma se dici che spacca……
    approposito, una volta ho letto un fumetto (visto che dici di aver letto Hellboy) che faceva spanciare dalle risate, non aveva dialoghi ma solo figure, si intitolava GON, era un piccolo dinosauro alla scoperta del mondo…. ma quanto ridere…..!!! ^_^

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