Il mio grosso grasso matrimonio italo-spagnolo 6: la caccia all’abito (parte 4 di 4)

Parte quattro di quattro: Il Santo Tribunale Delle Donne Di Famiglia

Pensavate forse che fosse finita semplicemente così? Con un banale e ambiguo lieto fine?
Certo che no!
Perché i corsi di scrittura creativa a questo punto suggeriscono anche di infilarci un bel colpo di scena, un conflitto di qualche tipo.

Il mio preferito è il conflitto interno.
Lui, il sempiterno onnipresente Senso Di Colpa.

vestito4

Perché infondo papà mi ha regalato un signor abito, e piaceva così tanto a tutti… e però io i dubbi non riesco a togliermeli.
Confido allora in zia C. che ripete il sacro mantra di Randy “Deve piacere a te, sei tu che lo metti”
Il mezzo via libera mi risolleva un po’.
“Anzi, facciamo una cosa” continua lei “una sera ci troviamo tutte e proviamo i vestiti, vediamo gli abbinamenti, e queste cose qui”.
Argh. Il Sacro Tribunale Delle Donne Di Famiglia.

Allora ci si organizza, la nonna porta l’insalata di pasta, zia L. il gelato, zia C. ci mette la casa, io ventilo l’ipotesi di una serata Martini ma vista la presenza di minori (e la mancanza di gente da mandare a quel paese) desisto e mamma pensa bene di portare il divertimento della serata: le sue scatole di orecchini “very vintage” dagli anni sessanta agli anni ottanta.
Grandi assenti gli orecchini a cozza (giuro, ha un paio di orecchini a clip con una conchiglia di cozza, che è tutta decorata sul bordo, che strage gli anni ottanta…), gli altri tutti presenti per l’estasi della cuginetta E… e le risate di un po’ tutte, ammettiamolo. Si può passare da figlia dei fiori a cosplay di Madonna col solo cambio di “una clips” (come dice la nonna).

Partono le prove, non so per quale strana congiuntura astrale le “ragazze” ci mettono tutte un’eternità a cambiarsi, inizio a temere fortemente che il giorno del matrimonio le sveglie inizieranno a suonare alle cinque del mattino (e la cerimonia è alle 11…), sigh.
La prima è la nonna, che ci avverte di non badare troppo al giacchino coprispalle: le serve ancora mezzo metro di passamaneria a brillantini per finire di modificarselo a suo gusto. Dalla camera da letto si sente un “Oh sigur, ma gh’è un mò la gugia!!!” (traduzione per i non dialettopavesizzati: “Oh Signore, ma c’è ancora l’ago!”).
Risate ne conseguono.
Si ride per qualsiasi cazzata a dire il vero, per il pelo superfluo, per il reggiseno che “Raduna i dispersi e sostiene gli afflitti”, per improbabili orologi da polso in pura plastica arancione fluorescente, per orecchini abbinati stile albero di natale, per scarpe col tacco uscite dall’emporio di Mister Magorium. (Nel frattempo in sei ci facciamo fuori una confezione maxi di Viennetta Algida U_U).

Alla fine mi tocca, provo prima il mio sacchettino lilla, trampolo in salotto (vivo rasoterra io), faccio appena in tempo a dire “Mi sembro un sacchetto” che mamma, E., zia C. e zia L. in coro “Maaa nooo, stai beniiissimooo!”
Al che la nonna, sopravvissuta egregiamente all’ago rimasto nel giacchino “Sì, ta ghet rason, l’è un po’ un sachèt” (ovvero “Sì, hai ragione, è un po’ un sacchetto”).
Grazie nonna, ho sempre saputo di essere la tua preferita, ma agli altri nipoti non lo diremo. Lo scriverò solo online dove tutti lo possono leggere.

Rincuorata dalla mia nonnina preferita vado a mettere il vestito preso sul sito cinese, arrivato con spese di dogana assurde (maledetta dogana), provato con l’esaltazione di una bambina. Ritrampolo (sì, trampolare è un nuovo verbo, usavelo!) in salotto.

Fossimo stati allo stadio sarebbe partita spontanea la ola sugli spalti.

Tagliando corto sul casino fatto con gli orecchini (il divertimento di E. era vedere come stava ogni singolo paio su ogni singolo vestito “Prova questi, prova questi qui, e questi qui, prova anche questi”… piccolo gremiln con le duracell!!!), sulla zia C. che ha provato i vestiti di tutte, su E. che ha provato qualsiasi scarpa col tacco disponibile in casa, posso dire che:

Vestito verde WINS.

E QUESTO, signore e signori, è un lieto fine.

PS
Recensirò più avanti il vestitino verde e soprattutto il sito da cui l’ho comprato e com’è stata tutta l’esperienza :)

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6 pensieri su “Il mio grosso grasso matrimonio italo-spagnolo 6: la caccia all’abito (parte 4 di 4)

  1. ziaclara

    Evviva e tutti vissero felice e contenti …….
    ….un momento IO sarei più contenta se il vestito a sacchetto tanto osteggiato finisse nel MIO armadio …….
    mah !!!! chissà !!!! forse un giorno ( ti do tempo fino alla prossima primavera quando si rifarà il cambio degli armadi ….io do una cosa a te e tu dai una cosa a me ….)
    baci baci baci
    ziaclara

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