La sciarpa della sirena

Ho imparato a fare a maglia da poco, da neanche dieci giorni. Per imparare, in un bellissimo, pigrissimo pomeriggio con Giada e Stefy, ho usato dei vecchi ferri che avevo in casa, forse portati via a mia madre, e della lana vecchissima, un gomitolo blu che se ne stava nel cassetto del cucito da che ho memoria, credo sia veramente sempre esistita.

E mentre sferruzzavo la lana blu più un filo di lamé azzurro altrettanto vecchio, aggiunto per dargli un po’ una botta di vita e colore, cantando a voce il gayatri mantra e ripetendo mentalmente il mantra di “inserisco il ferro, passo il filo, scambio, esco, inserisco, passo, scambio, esco”, ho realizzato che a me piace prendere cose vecchie o oggetti apparentemente insignificanti e renderli utili o per lo meno carini. E mi piace anche lasciare che gli oggetti mi raccontino una storia.
Ho pensato a una sirena che esce dall’acqua e va in città a bersi qualcosa, però fuori dall’acqua fa freddo e allora cosa si mette? Mica hanno Vanity Fair sui fondali. Si mette la prima cosa che le capita purché sia colorata e brillante. Come questo serpentello d’acqua tutto storto che si stava snodando dai miei ferri.

Mi sono scritta la storiella, poi per un esercizio di Figment l’ho riscritta. E adesso sono sul blog a postare entrambe, non perché siano dei capolavori, nessuno dei due, ma perché se sono riuscita io a imparare a fare a maglia vuol dire che ce la può fare chiunque (sto imparando anche l’uncinetto! Poi un domani arriverò a saper fare anche le calze 😛) e già che ci sono darvi un esempio degli esercizi di Figment che sono sempre stimolanti.

Fra l’altro mi sta capitando anche l’inverso ora: sono le storie che mi ispirano oggetti da creare, tutta colpa di Sholeh Zard, di cui sentirete ancora parlare più avanti!
Ora vi lascio a foto del mio serpentello d’acqua, la mia sciarpa a noodle per sirene, e all’esercizio (una storia in 21 righe, scritte a clessidra: 11 parole nella prima, una nella decima, possibilmente che coincida con l’apice del racconto, 11 di nuovo nella 21esima, a scalare e a crescere).

Forse non tutti sanno che le sirene, nelle notti senza luna
decidono di sollevarsi dagli abissi di acqua scura e salata
così come fanno le loro sorelle di acqua dolce
sì, esistono sirene d’acqua dolce, vi stupite?
e ce ne sono di stagno anche
e con code di meduse, tentacoli.
in ogni modo, stavo dicendo
nelle notti senza luna
tutte queste creature
le sirene
escono.
Dove vanno?
vanno a ballare
sfilano la coda squamosa
come si sfilerebbe una gonna
lasciano una scia di cuori infranti
e un vago odore come di alghe
Le riconosci dai vestiti pesanti e molto colorati
e anche dai cocktail che bevono: sex on the beach
oppure un long island con blue di curaçao, disgustoso forse
ma tu non mangi alghe in continuazione, qui fuori sul secco!

 

PS
Aneddoto di vita vissuta, l’altro giorno a pranzo da mia nonna, abilissima sferruzzatrice con anni e anni di esperienza, le dico tutta contenta, sperando di renderla orgogliosa: “Nonna, ho imparato a fare a maglia!”
“Anch’io!”

 

Articoli correlati

6 pensieri su “La sciarpa della sirena

  1. yliharma

    beh e ci vuoi far credere che quella sciarpina adorabile è un primo esperimento?! talento naturale…io la prima (e unica, non amo l’attività) volta che ho sferruzzato qualcosa è venuto fuori un obbrobrio 😀
    bellissimo anche il Figment :)

    1. Euforilla Autore dell'articolo

      Ma che talento naturale! È che è veramente facile fare la maglia!
      Ovvio, prima di “buttarmi” su una sciarpa ho fatto e disfatto tanti di quei punti che la lana stava iniziando a sfaldarsi, ma con un po’ di sana ostinazione si fa tutto 😀

Lascia un Commento

Post Correlati