Teoria del colore – Armocromia

Ormai l’armocromia è diffusa quanto il prezzemolo, ma per chi non ne sapesse nulla: è un metodo per creare armonia fra i vostri colori naturali (pelle, capelli e occhi) e quelli dei vestiti/trucchi ecc. Carol Jackson ha individuato quattro tipi principali, associati alle stagioni, ogni tipo è diviso in tre sottocategorie, una leggera, una carica e una pesante, per intenderci. (Se spulciate il libro linkato leggete qualche anteprima, o se no se andate qui leggete la copia del libro ^_^).
Determinare a quale categoria si appartiene è abbastanza intricato, ma divertente: si prende una giornata di sole, senza trucco e si determinano i colori: capelli naturali e occhi sono abbastanza facili. Poi sta alla pelle e soprattutto ai suoi sottotoni, guardate soprattutto le vene, le labbra e le unghie: tendenzialmente siamo tutti in una qualche variazione del marrone (dalla betulla all’ebano) ma ci sono sottotoni gialli e vene verdi e sottotoni rosa e vene blu. In detta giornata di sole ci si arma di specchio e scampoli di stoffe colorate. Tirate indietro i capelli (perché non è sempre vero che madre natura vi dà la tavolozza perfetta) e avvicinate alla faccia, uno per volta, i vari colori: quelli che spiccano di più facendovi sembrare malaticci, o facendovi passare in secondo piano, non sono fra i vostri colori, mentre quelli che vi fanno sembrare ringiovaniti e riposati sono quelli da preferire. Qui la spiegazione più nel dettaglio (ringraziamo Hirilaelin di Capelli di Fata, quante cose avevo imparato su quel forum!).

Ci sono colori che vanno unanimemente bene a tutti: oltre a bianco e nero (occhio che anche bianco e nero possono avere sottotoni caldi o freddi!) ci sono il rosso, che sia rosso vero, il blu/verde ottanio, il viola melanzana e il rosa cipria/beige. Semplicemente perché sono colori abbastanza “puri” da non essere né troppo caldi né troppo freddi, insomma, sono come dei neutri colorati, se la frase può aver senso! (Qui l’articolo originale).
Ora, questo non significa che dobbiate completamente dire addio a quel bel blu elettrico che vi fa totalmente giallo ittero, o a quel rosa confetto che vi piace tanto ma che vi fa sembrare nauseate. Basta usare un paio di accorgimenti perché fortunatamente la teoria del colore, quella il cui papà è Johannes Itten, ci corre in aiuto.
Per iniziare basta usare un po’ di buonsenso: se un colore che vi piace tantissimo vi fa sembrare vecchie e stanche basta non usarlo vicino alla faccia: tenete pure il cardigan giallo senape della zia, ma staccatelo dal viso con una sciarpa di un altro colore che vi stia bene. Semplice semplice. Oppure scegliere una versione più o meno calda/fredda (a seconda delle necessità) così che si adatti alle vostre necessità.
Però capisco che a un certo punto abbinare i colori possa essere difficile e la tentazione sia di rifugiarsi in un total black. Non che ci sia niente di male, anzi… però occhio che abbinare i vari neri può essere incasinato (parola di ex daVkettona), e soprattutto se non spezzate con qualcosa di interessante è piuttosto noioso da guardare (come si impara qui, le adoro).

Torniamo al colore, ci sono un paio di cose da sapere a proposito: un colore ha tre qualità: tonalità, saturazione, luminosità. Giocando con questi tre valori potrete permettervi qualsiasi colore.
Andiamo avanti: ci sono i primari, rosso, giallo e blu, i secondari, arancio, verde, viola, e i terziari risultanti dalla mescolanza fra un primario e un secondario.
Se ve lo steste chiedendo la mescola di tre colori porta al nero/marrone.
Se considerate un disco cromatico potete notare facilmente come ogni colore abbia un aspetto più o meno caldo e più o meno freddo: un rosso, che in teoria è il colore caldo per eccellenza, se va verso il viola è freddo, mentre se va verso l’arancione è caldo.
I colori caldi attirano di più l’attenzione, tendono a stare in primo piano ecco. Mentre quelli freddi creano distanza e lontananza.
Se a una tonalità togliete luminosità ma non saturazione avrete un colore più scuro o opaco (se l’aggiungete invece sarà più intenso o chiaro), se invece fate viceversa, togliendo saturazione ma non luminosità, avrete un colore più debole e spento che va verso il grigio (mentre se l’aggiungete sarà più acceso e vivido).
I colori complementari sono quelli che si trovano opposti nel disco dei colori e si rafforzano l’un l’altro, quindi attenzione. I colori adiacenti sono quelli che nel disco sono uno in fianco all’altro e sono detti analoghi, creano armonia fra loro.
In generale per abbinare due colori diversi ci si attiene a una stessa “temperatura”. Mentre per colori simili si cerca di mantenere almeno due delle tre qualità di un colore (Colourlovers aiuta tantissimo a farsi un’idea). I toni neutri come nero, bianco, grigio e i “nudi” aiutano tantissimo a smorzare un colore forte. E ricordate che i colori particolarmente brillanti hanno più “peso” per l’occhio, quindi sono da usare con criterio 😉 (date un’occhiata all’altro post, sulle forme, ho aggiunto link utili :) ).

E a proposito di link utili, ne ho disseminato il post, alle fonti e a siti utilissimi e ben fatti, fossi in voi mi prenderei un po’ di tempo per curiosarli tutti!

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2 pensieri su “Teoria del colore – Armocromia

  1. Siobhan Hanlin

    This is a FANTASTIC article! I've learnt so much, i never knew that you should take into account vein colour, but it makes total sense!
    I am simply loving your posts right now!

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